Originariamente sviluppato per Amiga e Atari ST, questo action platform fu poi convertito per Mega Drive / Genesis, Mega CD, Super Nintendo, Master System e Game Gear. Decisamente un buon titolo con tanta azione, una realizzazione tecnica di prim'ordine e un accattivante gameplay abbastanza "console-like" da farlo sembrare appunto nato su console, pur avendo un origine "computeristica".
La valida conversione per la console di Sonic è un classico esempio della tipica e rinomata competenza Core, nota etichetta britannica che già ai tempi di questo porting (1993) aveva nel suo curriculum videludae megadriviano Corporation e Chuck Rock.
Rispetto all'originale Amiga non si ravvisano differenze particolarmente rilevanti, trattandosi piu' o meno dello stesso gioco. Manca sì l'introduzione animata, sacrificio imposto dai limiti del supporto siliceo (l'intro "torna" infatti nel porting per Mega CD), e il comparto audio risulta nel meno raffinato negli FX, con le orecchiabili e ritmate musiche che, viceversa, continuano ad essere godibilissime anche nella reinterpretazione synthrock del chip Yamaha YM2612), ma per il resto Wolfchild per Mega Drive / Genesis è pur sempre... Wolfchild...
Per gli amanti delle curiosità, la trasposizione di Wolfchild per il 16-bit Sega reca in gran parte le stesse firme degli autori dell'originale Amiga / ST, ovvero John Kirkland (programmazione), Simon Phipps (grafica) e Bob Churchill (level design). Per quanto riguarda l'audio, invece, si assiste a una fruttifera staffetta tra Martin Iveson (Amiga / ST / ST) e Matt Furniss (Mega Drive).
Il longplay
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